Il Bowing o piegamento del marmo usato come rivestimento esterno – storia

Il problema del piegamento, conosciuto anche con il nome di bowing è legato all’utilizzo di marmo a piccoli spessori (3 cm circa) come rivestimento esterno. Questa moda viene la introdotta dai più grandi e famosi architetti agli inizi degli anni settanta nell’ambito del movimento artistico chiamato minimalismo. Il marmo infatti si presta molto bene alle tendenze del nuovo movimento artistico.
Proprio negli anni settanta quindi disseminati su tutto il territorio mondiale alcuni tra gli edifici più importanti del mondo vengono rivestititi in marmo bianco (tra i più importanti la Finlandia Hall di Alvar Aaltoc, l’AON Center – Amoco building di Edward Durell Stone ….) .
Nel giro di qualche anno però emerge un grave difetto: il marmo si piega e si rompe. Nella maggior parte dei casi il danneggiamento è tale che il rivestimento deve sostituito, con ingenti danni economici.
Fino a quegli anni non si trovano nel panorama scientifico adeguati studi sul fenomeno: solo un paio di pubblicazioni del 1967 presentate al primo convegno IRSM , “International Society of Rock Mechanics”, Voight e Kieslinger in “Residual stress”: gli autori a seguito di osservazioni su lastre di marmo di cimitero piegate propongono un primo modello di rottura. Gli articoli però sono di carattere descrittivo e sottolineavano l’anomalo comportamento di alcuni marmi che passavano da un comportamento prettamente elastico ad un comportamento plastico in assenza di carichi esterni. 
Alla fine degli anni settanta però il mondo accademico inizia i primi studi sistematici sul fenomeno del piegamento del marmo a piccoli spessori. Nel frattempo anche negli anni 80 importantissime opere vengono rivestite in marmo bianco di Carrara (Grande Arche di Johann Otto von Spreckelsen, l’Opéra Bastille di Carl Ott … ) e anche in questi casi il rivestimento di marmo si piega. C’è una prima risposta degli accademici italiani e francesi, che avevano già individuato il problema: il
fenomeno della decoesione del marmo a basse temperature: in alcuni marmi i bordi dei cristalli subiscono dei danneggiamenti a temperature dell’ordine di qualche grado. Tra gli studi più
importanti si cita
  • Nel 1971 PERAMI R., 1971, Contribution à l’étude expérimentale de la microfissuration des roches sous actions mécaniques et thermiques, Thèse Toulouse;
  • Nel 1985 si introduce un parola tra le più usate nel piegamento il ternine decoesione con lo studio di Zezza U. et al.: Effect of temperature on intergranular decohesion of the marbles, 5° Congrès Int. sur l’Altération et la Conservation de la Pierre, Lausanne.
  • Sempre lo stesso anno in Italia Frazini et al, pubblica “degradazione del marmo per effetto della temperatura”.
Negli anni novanta il problema continua a venir fuori altri rivestimenti in marmo presentano il problema del piegamento. La ricerca accademica prosegue definendo il problema nel suo insieme.
Tra gli articoli più importanti si cita:
  • Nel 1993 Battaglia at altri stabiliscono che alcuni marmi già a 40°C subiscono dei danni permanenti, High-Sensitivity Apparatus for Measuring Linear Thermal Expansion: Preliminary Results on the Response of Marbles to Thermal Cycles.
  • Nel 1995 BOUINEAU A. et PERRIER R., 1995 pubblicano La décohésion granulaire, maladie des revêtements de façades en marre.
  • Nel 1996 Perrier, R., “Measure de la décohésion thermique des marbres par l’attenuation des vibrations en flexion,” TechniPIERRE 96—Problematique des Pierres dans la Restauration des Monuments, 1996.
  • Nel 1998 in Italia Royer-Carfagni pubblica On the thermal degradation of marble;
  • Nel 1998 Barsotelli, M., Fratini, F., Giorgetti, G., Manganelli Del Fá, G., and Molli, G., “Microfabric and Alteration in Carrara Marble: A Preliminary Study,” Science and Technology for Cultural Heritage, Vol. 7, No. 2, 1998, pp. 115–126
  • NEL 1999 Royer-Carfagni, G., pubblica “Some Considerations on theWarping of Marble Facades: The Example of Alvar Aalto’s Finland Hall in Helsinki
  • Nel 1999 ha inizio il progetto MARA “Developing long-term durability of marble facade”. che viene pubblicato nel 2001. Lo studio è voluto dalla città di Helsinky a seguito del piegamento della Finlandia Hall è composto da 400 pagine di prove in sito e test in laboratorio.
Quindi alla fine degli anni novanta il problema è così chiaro che nel maggio 1999 il CEN (European Committee for Standardization – l’organo normativo ufficiale della Unione Europea) tramite il comitato tecnico TC246 Natural Stone, pubblica la risoluzione 013 con la quale si stabilisce come bisogno urgente “to develop a direct test method of the bowing risk for marble cladding products.”
In qualsiasi convegno di quegli anni si trovano riportate queste problematiche (9th International Congress on deterioration and conservation of stone a Venezia 2000).
Ma è proprio nell’ottobre 2000 che avviene la svolta nel mondo del marmo e soprattutto tra i commercianti: la Francia, a seguito dei problemi di piegamento e conseguente distacco, verificatisi alla Grande Arch e al Opéra Bastille per salvaguardare la tutela degli abitanti, pubblica la norma tecnica NF P 65-202-1 sui rivestimenti di pietre sottili, in cui si fa divieto di utilizzo del marmo
per rivestimenti esterni a meno che non si dimostri la sua resistenza alla decoesione granulare.
In Francia da 2000 sino ad oggi non è più stato utilizzato un pannello di marmo di Carrara come rivestimento esterno. Per curiosità nella causa per il risarcimento per il rivestimento dell’Opéra Bastille il giudice d’appello del tribunale di Parigi il 21 dicembre 2003 ha stabilito che per il rivestimento dell’'Opéra è stato utilizzato un marmo non idoneo per uso esterno…. Stabilendo un risarcimento a carico dell’azienda che ha effettuato l’opera pari al 70% dei 12,5 Milioni di Euro.